- Marzo 29, 2024
In questa piccola guida dedicata a Banari e a cosa vedere in uno dei Borghi Autentici d’Italia visiterai un paese dove rivendicare la lentezza diventa un’opportunità di scoperta, tra storia, tradizioni e natura.
Ogni borgo in Sardegna ha le sue particolarità che ne disvelano anima e bellezza. Seppur situata a pochi chilometri dalla città in cui sono nata e cresciuta, Banari non è mai entrata dentro i miei itinerari dedicati alle classiche gite in giornata. È bastato l’invito di un amico di famiglia per rimediare a questo errore. “Porta la macchina fotografica, mi raccomando” mi dice lui, “Banari ti stupirà”.
Banari è tra i Borghi Autentici d’Italia, l’associazione che aiuta a riscoprire i borghi italiani quali luoghi da vivere, sostenere e preservare. Con il suo ricco patrimonio storico artistico e soprattutto naturalistico, questo paese del Meilogu, antica regione che deve il suo nome alla curatoria medievale Meiulocu, ossia “terra di mezzo”, incanta con le sue stradine decorate con creatività, con le case realizzate in trachite rossa e con le bellezze naturali che la circondano.
Sei pronto a esplorare Banari? In questa piccola guida troverai cosa vedere in uno dei borghi più caratteristici del nord Sardegna.
In questa guida troverai
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Banari, cosa vedere tra le strade del borgo
Incontriamo il nostro amico nell’unico baretto del centro, situato nella piazza principale insieme al palazzo comunale, risalente ai primi decenni dell’800. Dopo aver provato a pagare il conto, un’azione impossibile in qualsiasi paese sardo quando in compagnia di un local, cominciamo la nostra passeggiata.
Il centro storico è perfettamente conservato e si percepisce subito quanto i suoi abitanti se ne prendano cura. Per scoprirlo partiamo dalla palma centenaria, affiancata da un grande murales dedicato a Barore Sassu, tra i più importanti poeti sardi improvvisatori, originario di Banari, e dalla scultura La Pera di Giuseppe Carta.
Ed è un invito all’andare piano quello offerto dalle sue stradine e viuzze, così ricche di antiche facciate, basse casette contadine, architravi e decori in trachite rossa, ricavata dagli altopiani circostanti.
Le percorriamo con calma, ascoltando racconti e aneddoti della nostra ‘guida locale’ che non vede l’ora di mostrarci la parte più suggestiva del borgo: Sa Caminera.
Fra passaggi storici e chiese
Sa Caminera ‘e sas Damas, sentiero panoramico situato sul retro del piazzale della Chiesa di San Lorenzo, affaccia su campagne e vallate ed è immerso in uno scenario naturale davvero particolare.
Fu costruito per volere della famiglia Solinas-Zamboni, una delle antiche famiglie nobili vissute nel paese tra il XVII e il XVIII secolo, per permettere alle dame di raggiungere, in maniera indisturbata e lontana da occhi indiscreti, la cappella di famiglia.
Una parte del sentiero, con le sue scalinate in pietra, ospita anche eventi dedicati alla musica. Banari, infatti, è stata tappa del famoso festival itinerante Time in Jazz organizzato dal musicista Paolo Fresu. Niente male come scenario!
Torniamo indietro e continuiamo la nostra passeggiata. A Banari non ci sono chiese maestose e fastose, ma quelle contraddistinte dal fascino rude ed essenziale delle architetture romaniche.
Molti gli edifici ecclesiastici presenti, quelli di grande valore sono la chiesa parrocchiale di San Lorenzo Martire, la chiesa di San Michele e l’Oratorio Santa Croce, mentre a pochi chilometri si trova la chiesa romanica di Santa Maria di Cea.
Storia e memoria si intrecciano lungo le stradine del borgo in pietra rossa, dove le case ospitano 500 abitanti, tra cui qualche centenario, e nei vecchi lavatoi, oratori silenziosi del suo passato quotidiano quando gli abitanti lavavano i panni e riempivano le brocche.
Cosa vedere nei dintorni di Banari: cascate, fiumi e nuraghi
Nel cuore dei banaresi c’è anche il patrimonio naturale rappresentato dall’oasi faunistica di S’Adde Manna (Grande Valle). L’oasi è perfetta per un’avventura all’aria aperta adatta a tutti considerata la semplicità del percorso.
Qui, una bianca colonna d’acqua precipita in diverse pozze creando tre salti totali: sto parlando della cascata Riu de Sadde, attrazione principale di S’Adde Manna.
Tutt’intorno un anfiteatro di rocce e vegetazione selvaggia, dove gli unici suoni sono quelli offerti dallo scorrere dell’acqua e dagli animali presenti, non solo diverse specie di uccelli, ma anche cinghiali.
Adatto a tutti e in qualsiasi stagione è anche il bosco fiabesco di Pala ‘e Idda: si tratta di una collina alberata che, un tempo nascondiglio di banditi, oggi rappresenta lo scenario perfetto per gli amanti della natura e delle passeggiate.
A Banari, tra le cose da vedere, spiccano anche numerosi nuraghi risalenti all’Età del bronzo (1800 a.C.). I più famosi, da inserire nel tuo itinerario se interessato, sono Nuraghe Su Crapione, costruito in pietra bianca, Nuraghe Sa Tanchitta, costruito in pietra rossa locale e il Nuraghe Corona Alta.
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Cosa mangiare a Banari: la famosa cipolla dorata
L’antica tradizione agro-pastorale ha lasciato il segno soprattutto nella buona cucina locale che vede protagonista la cipolla dorata. Durante la sagra dedicata a questo ingrediente, in passato fondamentale in un’alimentazione povera di proteine e carboidrati, Banari apre le porte a un numero di visitatori che aumenta anno dopo anno.
Sai che questa cipolla può arrivare a pesare oltre un chilo? Grazie al sapore particolarmente dolce viene impiegata nella preparazione di diversi piatti al forno, in padella o nelle zuppe. Tutte leccornie da degustare durante la sagra, dedicata non solo alla cipolla dorata, ma anche alla scoperta del territorio attraverso l’organizzazione di trekking, escursioni e mostre.
Chi conosce le zone interne della Sardegna sa bene che la vocazione di questi territori, e delle persone che li abitano, è di rimanere un po’ defilati in un piccolo universo parallelo. Questo, di tanto in tanto, si interfaccia con il resto del mondo e mostra a tutti la sua ospitalità e voglia di farsi conoscere.
Quando andare a Banari
A Banari e dintorni consiglio di andarci in inverno o inizio della primavera, quando le cascate si mostrano rigogliose e il borgo appare sospeso nel tempo con la sua calma e tranquillità, o all’inizio dell’estate/autunno, quando le temperature si fanno più miti e l’atmosfera si fa più viva.
Chi vuole immergersi totalmente nelle sue tradizioni non può perdere l’appuntamento di “Carrelas in festa” nel mese di dicembre. In questa occasione, le strade di Banari riecheggiano di musica e balli perché i suoi abitanti mettono in mostra gli antichi mestieri indossando i costumi tipici.